in pratica vi mostro una testimonianza scritta di un sub che ha fatto 3-4 immersioni in questo lago...e in fondo, spiega che ci sono carpe grosse quanto cernie

eccola:
LAGO DI PATERNO.
Questo è un piccolissimo bacino di origine carsica posizionato vicino il paese di Antrodoco in provincia di Rieti.
Di forma ovale, ha le sue massime dimensioni di circa 150 e 190 metri, ed una massima profondità di 54.
Arrivati sul posto la prima volta, ci si è presentato un panorama dalle prospettive "raccolte".
Il piccolo lago dava l'impressione di essere una piscina un po' più larga, circondata da un lato da una collina boscosa e dall'altro da una spiaggetta spoglia di vegetazione, dove, starnazzanti oche e germani reali sono impegnati nei loro abituali affari di pennuti acquatici.
Insomma, si respira lì intorno un'atmosfera bucolica, nella quale, tra l'altro, si trovano alcuni villini perfettamente integrati nel verde circostante.
La nostra attenzione, naturalmente, è rivolta all'acqua che si presenta abbastanza nitida, per lo meno per quello che si può osservare in piedi dalle sponde.
Non mi lascio condizionare, però, dalla superficiale impressione.
Spesso, anzi quasi sempre, immediatamente sotto un sottile strato d'acqua pulita, dentro un lago dalle piccole dimensioni si presenta una visibilità ridotta, se non addirittra scarsa o nulla.
Purtroppo non ero lontano dalla realtà subacquea.
Già a sei, sette metri sotto la sup. si incontra un'ottenebrante acqua con finissima sospensione organica alla quale si aggiunge il sottilissimo fango che si solleva al minimo movimento superfluo.
L'immersione, quindi, si presenta in netto contrasto con quello che lo spirito assapora fuori all'aria:
condizioni molto severe,
con la temperatura sul fondo a 54 metri che si aggira attorno agli 8°, se non in particolari situazioni anche di soli 4 o 5 gradi, e visibilità pressochè scarsissima o nulla che, inoltre, è causa negli strati più bassi del buio assoluto.
La prima volta mi sono immerso con "TOPOGIGIO", alia Massimo, muovendoci letteralmente a tentoni dentro un verde scuro, e scendendo di fronte ad una parete formata da gradini rocciosi alti un paio di metri l'uno con le volte lievemente strapiombanti.
Siamo arrivati fino ad una trentina di metri di profondità circa.
Nella seconda immersione assieme a "divers a mente",
(alias.."negramaro"...ah no,...Ugo, si, si, ora che mi ricordo, così si chiama...mi sembra)
siamo arrivati sulla spianata fangosa del fondo a 54 metri ripercorrendo la stessa via già percorsa nella prima nostra perlustrazione.
La parete termina ad una quarantina di metri di profondità, circa, per poi lasciare il posto ad un ripido fondale composto da fango e da sassi semoventi che facilmente precipitano verso il basso sollevando piccole valanghe scure.
Di sicuro, nonostante le condizioni di scarsissima visibilità, la parte più interessante dell'immersione in questa zona, è quella che si svolge fronte alla parete che comunque è stimolante da esplorare ed osservare.
In questa terza odierna immersione, con "negramaro", ci siamo spostati un po' rispetto a quelle già fatte, trovando, non più roccia, ma solamente fango e sassi sparsi.
Al termine dei nostri tuffi, abbiamo girovagato finalmente nella zona dell'acqua chiara e meno fredda dei 7-10 metri tra le tipiche e lunghissime piante lacustri ed i perenni, oramai, rifiuti della Inciviltà della civile comunità umana che sono diventati arredo fisso sommerso di molti laghi e mari.
Qui è facile incontrare delle carpe grandi come cernie.
Mentra rivestiamo gli abiti asciutti, incontriamo e chiacchieriamo con un sub di Rieti, del quale non ricordo il nome, abituale frequentatore del sito che con cordialità ci suggerisce delle dritte sul lago.
Noi, ringraziamo
dove mi conviene pescare? nella zona bassa (7-10 metri)? le alghe come le affronto? altri consigli?
grazie mille
