Il
carpfishing, si sa, è sinonimo di grandi catture, e del resto a chi
non fa piacere esibire un pesce da record, è il sogno nel cassetto
di ognuno di noi e questa stupenda disciplina si basa proprio su
questo fondamento. Tuttavia non è bene esasperare questo concetto,
altrimenti il messaggio che trasmettiamo alle nuove generazione è
sostanzialmente sbagliato. Mi spiego meglio. Enfatizzare sempre e
comunque la cattura solo di prede di grossa taglia, o ancor peggio
ridicolizzare quella di piccole carpe, radicalizza il concetto per
cui chi non ci riesce non è un buon carpista e non solo, si finisce
per sancire il principio, schematizzando, che una cattura di piccola
taglia non è mai degna di nota e non può donare in ogni caso
emozioni di rilievo. Ebbene, tutto ciò è profondamente sbagliato,
sia sotto il profilo tecnico che etico, e non risponde assolutamente
al vero. Ribadisco, non vorrei essere frainteso, essere fotografati
con un ?trofeo? da record fa gola a tutti,
tuttavia
esistono situazioni dove anche una carpa di pochi chili può darci
grandi soddisfazioni ed
essere
degna di
grande attenzione,
specialmente se catturata in un lago a forte
pressione
di
pesca
dove
la taglia
media dei pesci è piccola o magari durante la stagione
invernale in condizioni difficili o quasi impossibili. Inoltre,
esistono regioni dove le acque, per svariati motivi, non ospitano
carpe di grossa taglia, ed esistono persone che per altrettante
ragioni non possono percorrere, almeno non di frequente, centinaia
di chilometri per andare a pescare. E? logico pensare che questi
carpisti abbiano meno possibilità di catturare grossi esemplari di
quanto non abbia chi invece ha la fortuna di abitare in luoghi dove
sono numerose le acque con popolazioni ittiche di rilievo. In altre
parole, cerchiamo di limitare questa brutta tendenza di
?disprezzare? il piccolo e di enfatizzare il record fino
all?esasperazione, a tal punto che in alcuni casi, pur di stupire,
si vedono foto con pesi dichiarati assolutamente non veritieri,
aumentati fino al ridicolo, una brutta abitudine che sta a tutti noi
cambiare, ad iniziare proprio da chi dirige una rivista. Alfonso
Vastano |